Itinerari turistici
 
 

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Itinerario 2
"Tra campagna e natura"
Percorso in bicicletta - Km: 10,8 ~ Tempo: 120 minuti circa

Partendo da Piazza Europa, imboccando via Cimitero subito si giunge all’oratorio di San Sebastiano risalente, in forme romaniche, almeno al XV secolo, ma fu quasi interamente rifatto nel 1730 ad opera del Comune nell’aspetto con cui lo vediamo oggi, ma con un portico antistante , in seguito distrutto. L'oratorio di San Sebastiano
Oratorio di San Sebastiano - Affreschi All’interno vi è un affresco della Vergine con il Bambino del XV secolo di Tommaso Cagnoli: ai lati, vi sono altri due affreschi del 1763 che raffigurano S. Sebastiano e S. Giulio.

Sul retro, dietro l’altare, vi è una sorgente, la cui acqua veniva benedetta nelle funzioni mattutine del Sabato Santo utilizzata per il fonte battesimale ed essere data ai fedeli.

Sul lato sud, adiacente alla chiesetta, vi era un’altra fontana dove venne collocato un lavatoio, ormai interrato per motivi igienici.

La visita pastorale del vescovo Carlo Bascapè, nel 1599, registra processioni all’oratorio nel 2° e 3° giorno delle litanie minori (il martedì e mercoledì precedenti l’Ascensione).

Oratorio di San Sebastiano - Affresco della Vergine con il Bambino di Tommaso Cagnoli
Oratorio di San Sebastiano - Affresco di S. Sebastiano

Probabilmente il Capitolo di S. Giulio di Orta aveva qui dei possedimenti o rendite: si ha, infatti, notizia che il giorno della festa del santo (30 gennaio) veniva fatta una processione all’isola di S. Giulio per chiedere al Santo la protezione contro il maligno ed il male fisico. Con il tempo, questa processione cadde e venne sostituita da una funzione analoga dalla parrocchiale all’oratorio, ora non più praticata.

Proseguendo, solo dopo oltrepassata la ferrovia, si imbocca la seconda strada sterrata (interpoderale) sulla destra. Più avanti si prende il bivio a sinistra per costeggiare la centrale, che fornisce ancora oggi energia elettrica venduta all’Enel. La centrale
Il dente di cane Proseguendo a Nord lungo il canale si possono ammirare varie specie spontanee erbacee (primula, campanellino, crochi, mammole, dente di cane, elleboro, ranuncolo, scilla, polmonaria) e arbustive (biancospino, rovo, rosa canina, fusaggine, caprifoglio, sambuco), mentre tra gli alberi ad alto fusto spiccano: robinie, noce, filari di pioppi, querce, frassini, salici e ontani.

Continuando lungo il percorso e lasciando sulla nostra sinistra il primo ponte, si giunge in prossimità di un bivio dal quale si può vedere la Centrale "Isola Nuova", risalente agli anni ’30.

La Centrale "Isola Nuova"
La pineta Mentre girando a sinistra sul ponte, percorrendo dieci metri a destra e poi imboccando il sentiero sulla sinistra, si arriva alla Centrale " Isola Vecchia" dismessa negli anni ’30.
Oltrepassata la pineta, prendendo il bivio sulla destra si prosegue per un lungo tratto fino alla Cascina Spazzacamini ora "casa" ANFFAS.
Procedendo a sinistra, si giunge alla frazione Ca’ Bianca, dove si trova "finalmente" la strada asfaltata. Si prosegue a sinistra fino all’incrocio con la strada provinciale, la si attraversa e si imbocca via Garodino, si passa davanti prima alla cappella di S. Antonio, poi all’Oratorio di San Michele eretto nel 1619, di proprietà dei Conti Gibellini di cui all’interno si può notare lo stemma. LOratorio di San Michele
La cascina San Michele

Nelle vicinanze si nota la cascina omonima anch’essa risalente al 1600 e sede di agriturismo. Costeggiando il maneggio, si prosegue fino a ritrovare la strada asfaltata.

 

Svoltando a sinistra per c.a 500 m si trova l’indicazione per l’oratorio della Beata Vergine della Neve dove si arriva dopo una breve e impegnativa ascesa. L’oratorio della Beata Vergine della Neve
Oratorio della Beata Vergine della Neve - interno Prima dell’attuale costruzione, vi era l’oratorio dei martiri milanesi del I secolo Nazario e Celso, i cui corpi furono ritrovati da S. Ambrogio per divina ispirazione, venerati localmente il 28 luglio. Di questa struttura dà notizia il vescovo Bascapè nel 1599. Dal 1711, sul precedente oratorio, venne costruita la chiesetta della Madonna della Neve, di forme architettoniche semplici, benedetta il 5 agosto 1714.
Sull’altare maggiore vi è l’ affresco della seconda metà del XVI secolo raffigurante la Madonna con il Bambino, S. Nazario e S. Gaudenzio. Oratorio della Beata Vergine della Neve - Affresco della seconda metà del XVI secolo raffigurante la Madonna con il Bambino, S. Nazario e S. Gaudenzio
L’allevamento di struzzi Scendendo si gira a sinistra e si continua lungo la strada asfaltata, raggiungendo un altro agriturismo, dove si può notare l’allevamento di struzzi.

Si svolta alla prima a destra e superando il cavalcavia dopo qualche centinaio di metri, girando a sinistra si scorge la Cappella di San Marco, i tre affreschi, recentemente restaurati dalla Pro Loco, databili probabilmente al XVIII secolo, raffigurano la Vergine Assunta, S. Marco e S. Defendente

La Cappella di San Marco
Cappella di S. Marco - Affreschi del XVIII secolo raffiguranti la Vergine Assunta, S. Marco e S. Defendente L’oratorio era meta delle rogazioni per la festa del santo, il 25 aprile.
Nel passato quando la comunità pratese era principalmente dedita all’agricoltura, i fedeli si recavano alla cappella al mattino molto presto, per poi dedicarsi al lavoro nei campi.
Come tutte le altre cappelle campestri (S.Grato, S.Vito, S. Desiderio, S. Rocco), iniziò la sua decadenza con il progressivo abbandono delle campagne, avvenuto nel XX con la diffusione dell’attività e dell’occupazione industriale sul territorio. Cappella di S. Marco - Affresco del XVIII secolo raffigurante S. Defendente
La croce

Proseguendo in mezzo ai campi di granoturco si imbocca infine via Martiri della Libertà al termine della quale ci si trova alla rotonda dove alla destra si nota una croce che indica l’inizio del Rione Gabbio.

Qui si sbuca in via Matteotti e lungo questa via si fa ritorno a Piazza Europa.

 

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